I COMPORTAMENTI ISTINTIVI DEL GATTO
Non c’è gatto che possa resistere all’emozione di trascorrere una felice giornata di caccia, a puntare e rincorrere una preda fino ad afferrarla tra le grinfie. I gatti domestici hanno tramandato le proprie abilità predatorie di generazione in generazione e, anche se al giorno d’oggi non hanno più la necessità di cacciare per sopravvivenza, quando sono a loro agio continuano a mostrare l’istinto predatorio attraverso il gioco.
L’istinto di puntare, rincorrere e catturare si è conservato nella linea evolutiva del gatto; l’unica cosa che è cambiata è che ora non ha più bisogno di mangiare la preda, poiché trova già il cibo necessario a casa.
COSA E’ L’ISTINTO
La parola istinto racchiude una serie di comportamenti innati che non dipendono da esperienze precedenti, ma sono scritti nel codice genetico. Sono generalmente comportamenti utili alla conservazione della specie. Ad esempio, una gatta sa come prendersi cura dei suoi piccoli, anche se si tratta della sua prima cucciolata. E ancora, un cucciolo appena nato cerca immediatamente la mammella della madre per la suzione del latte. La predazione, o la ricerca del cibo in genere, il comportamento sessuale, le cure materne e così via, sono quindi tutti comportamenti istintivi che i nostri gatti “conoscono” e trasmettono geneticamente ai propri discendenti.
In alcuni casi un comportamento istintivo può essere “raffinato” da uno o più comportamenti appresi, adeguandolo così alle circostanze o ad un determinato bisogno in quel momento. L’istinto è garante della conservazione della specie e della sopravvivenza individuale. Per il gatto è utile fare riferimento a quello che è stato il suo più antico mestiere: prendere topi. Uno dei pochissimi, in verità, per questo domestico, e non a caso si tratta di un mestiere solitario. La cosa, però, non è poi così semplice, perché prendere i topi è «un istinto che si insegna». Il che, se ci pensate, altro non è che un ossimoro.
I COMPORTAMENTI ISTINTIVI DEL GATTO
Conoscere i comportamenti istintivi, comuni a tutti i felini vi aiuterà a capire il vostro gatto e a migliorare la vostra intesa. Abbiamo scelto quattro comportamenti istintivi
1) LA FUGA
Il gatto ha una visione laterale molto sviluppata e un acuto olfatto. Se gli si avvicina una persona o unacosa sconosciuta, o con un odore ignoto, istintivamente fugge! E’ dotato anche di un udito acuto, e di conseguenza un frastuono insolito o strano fa scattare l’istinto della fuga. Capace di spiccare salti sorprendentemente alti, capita spesso che la fuga lo porti in un posto difficilmente accessibile e, potendo anche comprimere il corpo, riesca a infilarsi in spazi ridottissimi. L’istinto della fuga a volte spinge il gatto a rifugiarsi in un cantuccio minuscolo. Quando va a ficcarsi in una buca stretta o in un interstizio, lasciatelo stare. Di solito, non appena si calma, sa come uscirne. Tale comportamento è utile in molte circostanze, per esempio, quando è attaccato da un cane randagio o da altri predatori.
2) L’INSEGUIMENTO DELLA PREDA
Il gatto è un cacciatore per natura. L’acutezza dei sensi lo induce a catturare tutti gli animali piccoli che si muovono in fretta e gli attraversano la strada. Uccelli, lucertole, scarafaggi, topi, ratti, sono le prede più frequenti. Potendo ritrarre le unghie anteriori, è bravissimo ad afferrare e giocare con le prede piccole. E’ un’abitudine che alcuni trovano “sadica”, ma in realtà è solo un gesto istintuale, non certo un atto di crudeltà. L’istinto della caccia difficilmente si assopisce anche quando il gatto vive tra quattro mura. Il “padrone” può trasformare in gioco questo istinto. Quante volte vi è capitato di ricevere un particolare dono dal vostro micio
La prima necessità nella vita dei gatti è quella di cacciare: il gioco è l’istinto di caccia
Il gatto, soprattutto il maschio, ma non di meno la femmina, in libertà si deve procurare il cibo cacciando. Questo è un istinto mai sopito nel micio domestico, lo sente ancora come 10.000 anni fa, nonostante tu lo nutra quotidianamente.
Non puoi cambiare questo suo sentire, ma anzi devi comprenderlo per assecondarlo.
Il gatto ha bisogno di cercare il cibo (il gioco, la preda) e di essere stimolato a farlo.
Il suo cervello lo spinge a cercare sempre nuovi modi di cacciare per il timore di rimanere senza cibo. Non sempre è vero infatti, che un suo agguato vada a buon fine.
Ecco perché il gatto sa che deve allenarsi sempre a cacciare, anche quando non ha fame.
Il gioco del gatto con il topo, in cui il felino si accanisce senza uccidere la preda, rispecchia questa necessità di continuo stimolo a cercare nuove tecniche di caccia. Non è crudeltà, ma solo necessità di sopravvivenza. Questo animale, anche se non è più completamente naturale, «possiede» ancora l’antico istinto della predazione, quello proprio del suo selvatico progenitore. Manifesta cioè inalterata la sequenza di comportamenti che va dalla ricerca della preda fino all’agguato, alla cattura e uccisione, all’ingestione dell’animale sbranato. Un rituale pressoché invariabile che, appunto, ha fatto pensare che questo felino avesse quei comportamenti «scritti dentro». Il che, intendiamoci, non è che sia completamente falso; esiste però la faccenda, notissima e facilmente verificabile, dell’insegnamento che la madre fa ai gattini.
3) LA PROTEZIONE DEL TERRITORIO
La superficie del territorio di un gatto dipende essenzialmente dalla densità della popolazione felina (maggiore è il numero di consimili minore è il rispettivo territorio), dal sesso (i maschi interi hanno un territorio più vasto, che può arrivare anche a 6 ettari) e dalla quantità di cibo disponibile (più è scarso più la zona di caccia è estesa). Le femmine si riuniscono in una sorta di matriarcato per allevare i piccoli in comune e i loro territori individuali si sovrappongono al territorio di vita del gruppo.
Relativamente all’occupazione del territorio possiamo distinguere territori domestici e territori di caccia (intorno ai territori difesi da altri gatti); di corteggiamento, di lotta e destinati ad altre attività. Le femmine e i gatti castrati occupano, di solito, territori piccoli e ben definiti, mentre i maschi non castrati difendono territori circa dieci volte più grandi di quelli delle femmine. Questi territori hanno confini meno netti.
L’abitudine di segnare il territorio per definirlo, è diffusa prevalentemente tra i maschi non castrati. Lo fanno talvolta anche quelli castrati, e perfino le femmine, sterilizzate o meno. Di solito le cause scatenanti sono la presenza di uno o più gatti sconosciuti o una circostanza traumatizzante, come il trasferimento in una casa nuova, o l’arrivo di una persona o animali mai visto prima. Capita in queste occasioni, che urinino dove non dovrebbero… L’istinto di marchiare il territorio si esprime anche grattando o affilando gli artigli in luoghi diversi da quelli designati. Un’altra modalità è l’aggressione a un intruso, un nuovo gatto, un cane, una persona.
4) L’AGGRESSIONE
Si tratta di un modo per difendersi e proteggersi da una minaccia. Non succede spesso che il gatto si mostri aggressivo nei confronti dell’uomo. La paura può indurre il micio a graffiare o mordere. Alcuni gatti dominanti diventano aggressivi, colpendo chi li accarezza, anche quando hanno dato l’impressione di aver richiesto le coccole.
I comportamenti aggressivi fanno parte integrante del repertorio comportamentale di un gatto e di tutte le specie evolute. Essi possono avere diverse origini, visto che possono essere classificati come una reazione a un determinato contesto o essere la conseguenza di una patologia. L’aggressività del gatto è il problema comportamentale più frequente in questa specie, dopo i disturbi eliminatori. Questo problema porta con sé numerose ripercussioni e conseguenze sia di ordine fisico, sia psichico: rottura del legame con l’animale, ferite, infezioni e zoonosi.
Il proprietario di un gatto con un problema di aggressività decide di ricorrere all’aiuto di un esperto nel momento in cui le manifestazioni aggressive sono rivolte nei confronti di persone o di altri gatti che fanno parte dello stesso nucleo familiare, mentre è più facile che il problema sia in qualche modo trascurato se le vittime sono rappresentate da persone estranee, dal veterinario, situazioni e contesti indubbiamente più facili da gestire e affrontare.
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