COME INTERPRETARE IL COMPORTAMENTO DEL GATTO
I gatti non parlano, certo, ma hanno un loro modo per farsi capire, e anche bene. Non solo con i miagolii, modulati apposta per comunicare con gli umani, ma anche attraverso gesti e comportamenti con un significato profondo. E se è vero che ogni gatto comunica e agisce nel proprio modo, ci sono alcuni atteggiamenti che hanno un significato univoco. Conoscere il comportamento del gatto e i segnali che manifesta è fondamentale per capire lo stato di salute e quello psicologico dell’animale.
Il comportamento del gatto è un indice chiaro dello stato d’animo e di salute dell’animale. Comprendere i segnali che il micio lancia attraverso l’atteggiamento, il modo di fare e le reazioni è fondamentale per sapere se il proprio amico a quattro zampe è felice e sereno oppure se è triste o ha qualche problema fisico in corso. Qual è quindi il significato di alcuni dei comportamenti dei gatti più comuni?
COME INTERPRETARE I COMPORTAMENTI DEI GATTI
Per comunicare con il gatto in modo corretto e creare con il felino un legame solido e duraturo, diventa fondamentale saper leggere e interpretare correttamente i suoi comportamenti alla luce del linguaggio felino.
Vediamo insieme cosa ci vogliono dire i gatti con il loro comportamento.
IL GATTO:
A) SI STROFINA CONTRO LE GAMBE DELLE PERSONE
Un comportamento dei gatti molto comune è lo strofinarsi sulle gambe delle persone o sugli oggetti. Quando un micio si strofina contro il proprietario o un nuovo arrivato vuole dare il suo benvenuto, è un segnale di saluto. Ma lo strofinamento su persone e oggetti indica anche un’altra volontà, ovvero quella di marcare il territorio: il felino vuole infatti che il suo odore si mischi con quello delle cose contro cui si struscia, in modo da stabilire ciò che è suo e che nessun altro gatto potrà mai possedere.
Con questo comportamento il micio dà il suo benvenuto, a suo modo ci saluto. Ma naturalmente questo gesto ha anche un significato più profondo: è un modo per sentire l’odore e per marchiare a sua volta l’umano con il suo.
B) “FA LA PASTA”
Si tratta di un altro gesto dal significato antico. Si tratta, infatti, di un comportamento infantile, che i cuccioli fanno sulle mammelle della loro mamma per succhiare il latte. I gatti, soprattutto se sono stati abbandonati dalla loro mamma, tendono a ripetere questo gesto anche da adulti.
C) SOFFIA
Il soffio è una delle tante vocalizzazioni tipiche dei felini. Il comportamento del gatto che soffia ricorda molto quello di un serpente: in questo senso, il soffio non è un segnale di pacificazione, bensì una richiesta di allontanamento che il micio manifesta chiaramente nei confronti di chi lo sta innervosendo. I motivi per cui il gatto soffia sono riconducibili a due tipologie di aggressività, ovvero quella provocata, quando il micio sta minacciando, o quella subita, quando l’animale stesso risponde a una minaccia. Legata al soffio vi è anche la postura, che rivela a quale dei due tipi di aggressività corrisponde il comportamento del gatto.
Quando il gatto soffia significa che si sente in una situazione di pericolo ed è pronto a tirar fuori la propria aggressività. Il micio, a modo suo, vuole dare l’impressione al “nemico” di essere pericoloso, magari proprio come un serpente.
D) MUOVE LA CODA
A differenza del cane, il cui scondinzolio è un segno di gioia, nel gatto il movimento della coda significa che l’animale è pensieroso, indeciso sul da farsi, magari attratto da due cose allo stesso tempo. Il gatto muove la coda volontariamente quando vuole comunicare con noi. Tra le forme di comunicazione più diretta ed esplicita del linguaggio dei gatti, infatti, ci sono i movimenti della coda.
Attenzione, però, non tutti i gatti hanno lo stesso carattere e la stessa capacità espressiva.
Per comprendere al meglio il proprio animale domestico si consiglia un’attenta osservazione dei suoi comportamenti per più giorni, in modo da capire quali sono i suoi modi specifici per comunicare.
Se il gatto sdraiato muove la coda può essere nervoso, anche se quando a muoversi è solo la punta della coda e nel frattempo il micio fa le fusa, può voler dire che l’animale è tranquillo e felice di vederti.
L’eventuale disinteresse e nervosismo si manifestano con dei movimenti della coda molto ampi. In questo caso si consiglia di lasciare stare l’animale in modo che possa calmarsi.
E) ARCUA LA SCHIENA
Come per il soffio, anche arcuare la schiena e drizzare il pelo è un modo, per il micio, di mostrarsi più “grosso” e pericoloso di quel che si è in realtà. Di fronte ad un “nemico”, il gatto cerca di mostrarsi spaventoso. Quando un gatto ha paura di qualcosa e sente il bisogno di mettersi sulla difensiva, spesso inarcherà la schiena e il pelo gli si raddrizzerà. Questo ha l’effetto di farlo sembrare più grande e pericoloso, e ha lo scopo di intimidire un potenziale aggressore.
A volte tende anche a spostarsi di lato per mostrarci un profilo ancora più minaccioso. Questo comportamento è di solito accompagnato da altri segnali, che stanno a indicare che il micio ha paura e potrebbe diventare aggressivo se avvicinato in quel momento. Ha i muscoli tesi, le orecchie appiattite, lo sguardo fisso su qualcosa, le pupille dilatate e a volte la coda eretta. Si tratta di una delle situazioni in cui il gatto si sente portato a soffiare o ringhiare come ulteriore richiesta di non avvicinarsi oltre.
F) SI METTE NEI POSTI ALTI
Un po’ come le tigri ed i grossi felini, anche il gatto ama tenere sotto controllo il proprio territorio e stare in un posto che gli assicuri tranquillità, al riparo da eventuali pericoli. Una posizione elevata gli consente di sentirsi più sicuro.
Dobbiamo ricordarci che in natura il gatto è un animale predatore. Mettendosi in una posizione sopraelevata, può controllare meglio tutto il territorio, tenendo anche d’occhio dove sono posizionate eventuali prede e predatori. Così facendo, può anche tenere sotto controllo le risorse disponibili e gli altri membri del gruppo.
Quando il gatto sceglie di arrampicarsi su un posto in alto vuole soddisfare un proprio istinto naturale: tenere gli occhi su preda ed eventuali predatori, è infatti un bisogno fisiologico dei felini, che li aiuta a sentirsi tranquilli e attivi.
In alto i gatti si sentono più al sicuro.
Nei gatti, il comportamento di mettersi nei luoghi più in alto può avere anche un altro significato: il gatto, infatti, oltre ad essere un predatore è potenzialmente anche una preda. Mettendosi in alto, arrampicandosi grazie alla potenza delle sue unghie e alla sua agilità, può mettersi al sicuro da altri predatori che non riescono ad arrampicarsi.
G) SI FA LE UNGHIE
Uno dei comportamenti dei gatti domestici tipici è il farsi le unghie, specialmente su mobili, poltrone e divani. Oltre a rappresentare un altro metodo per marcare il territorio e lasciare il proprio odore, dato che questi amici a quattro zampe hanno le ghiandole sulle zampe, il felino ha questa attitudine anche perché in questo modo si mantiene in allenamento. Così facendo, infatti, il micio compie un esercizio di rafforzamento: nello sfoderare e ritirare le unghie il gatto compie un movimento fondamentale per catturare le prede, arrampicarsi o combattere.
Graffiare mobili e tappeti non è solo un modo di affilarsi le unghie, ma anche un modo per lasciare il proprio odore e marchiare il territorio. Se poi sa che è un comportamento proibito, il gatto potrà farlo anche per attirare la vostra attenzione. Un piccolo dispetto se si sente trascurato, insomma.
H) SI LECCA DI CONTINUO
Fra le cose da sapere sui gatti e sul loro modo di comportarsi vi è anche il perché il micio si lecca di continuo. Uno dei principali motivi è legato al fatto che i felini sono animali particolarmente attenti alla pulizia personale: per mantenere il loro mantello sempre candido e igienizzato, i gatti ricorrono alla saliva e alla lingua ruvida, che permette di eliminare il pelo morto. Se però si nota un comportamento del gatto strano quando si lecca, quasi di tipo ossessivo, il consiglio è prima di tutto di portarlo dal veterinario. Dietro a questo segnale si potrebbe infatti nascondere un malessere del felino, legato, ad esempio, a un elevato livello di stress domestico, a una gestione erronea della territorialità oppure alla presenza di parassiti come pulci o zecche.
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