LE CONDIZIONI E L’ADATTAMENTO DEGLI ANIMALI IN CATTIVITA’
Nelle case degli italiani vivono circa 40 milioni di pesci, uccelli, criceti, coniglietti, tartarughe, furetti, serpenti, iguana e via dicendo. Lo dimostra anche il triste fenomeno dell’abbandono, che da tempo coinvolge anche loro. Quasi tutti vivono in condizioni inappropriate e in spazi angusti.
LA SITUAZIONE DEGLI ANIMALI IN CATTIVITA’
Moltissimi animali sono costretti a stare in vere e proprie gabbie probabilmente per tutta la loro vita. Alcuni di loro vengono tenuti in isolamento quando avrebbero bisogno di stare in contatto con altri animali, altri al contrario, vivono con altre specie quando in realtà avrebbero bisogno di stare in solitudine. Gli animali in cattività non sono felici, non possono muoversi in spazi adeguati, le loro “case” recintate non assomigliano minimamente agli ambienti di provenienza. E per di più, spesso sono costretti alla fame, fino a che non ce la fanno più, si accasciano, e muoiono.
In passato gli animali venivano tenuti in gabbie piccolissime con solo qualche metro quadrato di spazio, con il tempo però le gabbie sono state sostituite con dei recinti, abbelliti con alberi, rocce, piante e tanti altri elementi che avevano lo scopo di produrre effetti positivi sui visitatori, rassicurando il pubblico e facendo credere loro che in realtà gli animali vivessero in habitat “naturali”. Quindi gli unici interessi da perseguire sono esclusivamente legati a noi esseri umani, trascurando invece le esigenze e i bisogni degli animali. Dopo tutto questo c’è molto altro ancora!
Vivendo rinchiusi per giornate intere le condizioni non sono certo delle migliori. Studi scientifici hanno dimostrato che gli animali manifestano sintomi di stress anche solo sentendosi osservati. Comportamenti di autolesionismo sono ormai all’ordine del giorno. L’essere rinchiusi e l’avere poco spazio a disposizione portano come conseguenza aggressività, sofferenza, noia, apatia. Col tempo i loro comportamenti più normali vengono alterati, finiranno per comportarsi in maniera non del tutto naturale, come l’avere comportamenti ripetitivi, nevrotici, come camminare avanti e indietro, dondolarsi la testa o leccarsi continuamente.
Accanto ai problemi di natura psicologica troviamo anche quelli di natura fisica come quelli legati all’obesità, conseguenza dello scarso movimento. Inoltre a causa della frequente abitudine di far accoppiare animali tra loro imparentati, brutte conseguenze si ripercuotono sui cuccioli che presenteranno seri problemi di salute.
L’ADATTAMENTO DEGLI ANIMALI IN TECHE, ACQUARI E GABBIE
Gli uomini sono gli unici animali che, nel corso dei millenni, hanno sviluppato un adattamento agli ambienti anche esterni e di conseguenza riescono a vivere anche in spazi di dimensioni assai ridotte. Ciononostante anche per loro risulta impossibile condurre una vita normale in luoghi eccessivamente piccoli.
Immaginiamo cosa succede agli animali imprigionati in gabbie, acquari e teche. Se ami davvero gli animali, non alimentare questo business. Se però hai già un piccolo amico in queste condizioni, non pensare di ridargli la libertà: faresti il suo male, perché non sarebbe in grado di sopravvivere. Ormai dipende da te. Puoi però rendere la sua vita migliore. Come?
Innanzitutto:
- Documentandoti sulla vita in natura del tuo animale e attrezzandoti per rendergliela più accettabile, nell’ambito della cattività. Non lesinare denaro per l’acquisto di strutture di detenzione (gabbie o recinti) più ampie e fornite di accessori ad hoc.
- Controllando sempre la pulizia della “casa” del tuo pet e fornendogli il cibo come da consiglio del tuo medico veterinario.
- Ponendo attenzione alla sua compatibilità con altri membri della propria o altrui specie e consultando il medico veterinario in presenza di malessere e comunque per ogni profilassi preventiva. Sappiamo tutti che il nostro mondo viene continuamente stravolto dalle attività umane che portano inquinamento, cambiamenti climatici, ecc.. Senza considerare che dopo aver trascorso anni e anni a vivere esclusivamente in una gabbia, gli animali perdono le capacità di adattamento e sopravvivenza.
L’ARRICCHIMENTO AMBIENTALE
L’arricchimento ambientale consiste nel fornire gli stimoli necessari a garantire il benessere psicologico e fisiologico di un animale in cattività.
Ogni specie animale ha esigenze ecologiche, biologiche e comportamentali differenti che dipendono dal tipo di habitat in cui vive, dal cibo di cui si nutre e da come se lo procura, dal tipo di socialità, ecc. L’arricchimento ambientale serve a soddisfare queste esigenze quando gli animali vivono in cattività e costituiscono un antidoto contro la noia e il manifestarsi di anomalie comportamenti.
L’arricchimento ambientale è noto anche come arricchimento comportamentale, può essere strutturale (dimensione e complessità degli ambienti), sociale (contatto con individui della stessa specie o di specie differenti, uomo compreso), occupazionale (gioco o coinvolgimento in compiti cognitivi), sensoriale (stimoli uditivi, visivi, tattili) e nutrizionale (cibo diversificato e dato con modalità particolari).
E’ un principio dell’allevamento animale che cerca di migliorare la qualità della cura degli animali in cattività identificando e fornendo gli stimoli ambientali necessari per un benessere psicologico e fisiologico ottimale.
L’arricchimento ambientale può essere attivo o passivo, a seconda che richieda il contatto diretto tra l’animale e l’arricchimento. Una varietà di tecniche di arricchimento viene utilizzata per creare risultati desiderati simili alla storia dell’individuo e della specie di un animale. Ciascuna delle tecniche utilizzate ha lo scopo di stimolare i sensi dell’animale in modo simile a come verrebbero attivati in natura. L’arricchimento fornito può essere visto sotto forma di fattori uditivi, olfattivi, dell’habitat, cibo, progetti di ricerca, formazione.
L’ASSUEFAZIONE
L’arricchimento ambientale permette di migliorare lo stato psico-fisico degli animali in cattività e include tutte quelle attività che aumentano la complessità dell’habitat in cui questi sono ospitati, sia dal punto di vista fisico che sociale e temporale. La complessità fisica si riferisce alla varietà di stimoli strutturali, visivi, olfattivi, uditivi e gustativi mentre quella temporale si riferisce al grado di variabilità in cui questi stimoli vengono inseriti nell’ambiente. La complessità sociale è un aspetto dell’arricchimento che per alcune specie è di fondamentale importanza e richiede una cura nella scelta della dimensione e della composizione del gruppo.
Sebbene l’arricchimento ambientale possa fornire stimoli sensoriali e sociali, può anche avere un’efficacia limitata se non modificato frequentemente. Gli animali possono abituarsi agli arricchimenti ambientali, mostrando comportamenti positivi all’inizio dell’esposizione e in progressivo declino nel tempo. Gli arricchimenti ambientali sono efficaci principalmente perché offrono stimoli di novità, rendendo meno prevedibili le routine quotidiane dell’animale, come sarebbe in natura. Pertanto, mantenere la novità è importante per l’efficacia dell’arricchimento. Cambiare frequentemente il tipo di arricchimento ambientale aiuterà a prevenire l’abitudine.
I CONSIGLI PER I PROPRIETARI
In due secoli l’uomo dovrebbe aver sviluppato una sensibilità e un rispetto diversi nei confronti degli animali. Oggi prevale l’idea che sia meglio osservarli e garantirne la sopravvivenza nel loro ambiente naturale e non in aree delimitate e ambienti artificiali, dove la maggior parte degli esemplari vede le proprie abitudini istintive e sociali represse, dove sono costretti a vivere un’intera vita in pochi metri quadri, con poco cibo, esposti al caldo o al freddo innaturali per loro.
Quindi, in conclusione, possiamo dire che il fine educativo di queste attività in realtà non esiste. Quello che ci viene insegnato non è di certo positivo. Non vengono mostrate le caratteristiche degli animali osservati, ma viene mostrato loro come vivono in un habitat che non è il loro. Viene mostrato loro come l’essere umano può sottometterli. Si finisce infine per pensare che sia normale che gli animali siano rinchiusi.
Non c’è alcun dubbio che ogni animale voglia essere libero e vivere nel proprio habitat, crescere con la propria mamma e giocare coi suoi simili; sono certo che questo sia molto meglio di una gabbia o di un recinto.
Nel rispetto delle caratteristiche etologiche ed ecologiche degli animali, si vuole suggerire ai possessori e proprietari, alcuni consigli che, se rispettati, miglioreranno la convivenza con i propri beniamini e, per alcune tipologie, senz’altro alleggeriranno la pressione negativa causata da una vita rinchiusa in una gabbia.
Le informazioni circa il comportamento da tenere con alcune specie sono ovviamente da ritenere applicabili solo a casi in cui gli animali siano in casa da prima che ne fosse interdetto o regolamentato l’acquisto. Per tutti coloro che si accingono al passo importante di far entrare nella nostra vita un nuovo amico, vale sempre la buona regola di verificare se l’animale che vorremmo accogliere si troverà bene con noi o se stiamo facendo una scelta dettata da egoismo. Ed è bene ricordare che tenere un animale protetto in cattività è anche di un reato.
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