IL GATTO COMUNE
Il gatto comune non è certo una razza riconosciuta, ma sicuramente si tratta del felino domestico più diffuso e conosciuto dall’uomo. Ed è proprio per questo che ho deciso di iniziare proprio da lui, il micione più diffuso e amato nelle nostre case!
Troppo indipendenti, riservati e forse troppo belli per essere “migliorati”, i gatti hanno mantenuto per secoli un generico aspetto… da gatto.
Solo negli ultimi decenni l’uomo ha iniziato a selezionare razze pregiate.
Il gatto comune rimane però il più diffuso nel mondo, e mantiene intatto tutto il fascino felino.
LA STORIA DEL GATTO COMUNE
La storia del gatto comune è legata al suo riconoscimento come emblema della fertilità, della sessualità femminile, del ciclo lunare; ma il gatto ha assunto anche una valenza religiosa e perfino divina nei culti pagani precristiani. Proprio per questo ruolo nelle religioni pagane, ha assunto in passato anche a emblema del male.
I più perseguitati, nei secoli scorsi, sono stati sicuramente i gatti neri: simbolo del male.
Non sono riusciti a sfuggire alle superstizioni, tra i numerosi racconti documentati si ricorda quello di Gerolamo Visconti, nella metà del XV secolo, che scrive di streghe accusate di entrare, sotto forma di gatte, nelle case dove dormivano i bambini.
In Francia, invece, murare un gatto tra le pietre di una chiesa indicava la vittoria del bene sul male.
LE ORIGINI DEL GATTO COMUNE
Il gatto comune è il diretto discendente dei primi mici addomesticati. Altro che pedigree: il suo albero genealogico affonda le proprie radici nella storia dell’uomo!
Secondo recenti studi, discende da Felis silvestris, il gatto selvatico. Questo felino tigrato, timido e schivo, vive ancora in natura, in un vastissimo areale, che si estende dalla Scozia all’Africa, fino all’Asia.
Tra le diverse sottospecie di Felis silvestris conosciute, il più probabile candidato sarebbe il gatto selvatico africano, Felis silvestris lybica. Le prime testimonianze certe di gatti ammansiti e addomesticati risalgono infatti all’Antico Egitto, nell’area di distribuzione di questa sottospecie, che è anche la più mansueta e la meno diffidente, più adattabile quindi a vivere a contatto degli insediamenti umani.
LA DIFFUSIONE DEL GATTO COMUNE
Il gatto comune è il diretto discendente dei primi gatti addomesticati nell’antico Egitto.
Dal periodo dei faraoni, il gatto si è diffuso in tutti i continenti: l’Africa, l’Asia, il Medio Oriente, il Nord Europa.
Il gatto ebbe questa massima diffusione in quanto veniva imbarcato sulle navi come un animale da compagnia ma anche per evitare l’invasione di topi nelle stive.
Anche se la sua diffusione è avvenuta grazie al mare, il gatto comune è in origine un animale da foresta e boscaglia; è un predatore.
L’ evoluzione del gatto comune è stata studiata attraverso le testimonianze del passato, ma negli ultimi anni grazie anche all’analisi del codice genetico. Il gatto comune ha mantenuto un aspetto uniforme in tutto il mondo ed in tutte le epoche.
Dato che il gatto comune, il più delle volte, doveva arrangiarsi da solo per procurarsi da mangiare, ha subìto una durissima selezione naturale: solo i gatti più forti, sani ed abili sono riusciti a sopravvivere ed a riprodursi.
Tutto ciò ha anche impedito la diffusione di caratteristiche più estreme, come il pelo molto lungo o quasi assente, e la struttura molto pesante o molto leggera.
Con lo sviluppo delle città, il gatto comune ha subìto un netto incremento. Il gatto comune è rimasto la principale fonte di compagni felini per i cittadini, ma il nuovo ruolo assunto nelle città, come gatto d’affezione, non ha provocato alcun cambiamento nell’aspetto e nel carattere. Che si amino neri o bianchi, monocolore o tabby, tutto è possibile con questo gatto! La sua presenza su diversi territori ci permette di osservarne esemplari in ogni regione del mondo, eccezion fatta per i poli. Così, dei tratti particolari possono variare a seconda dell’habitat del gatto, delle condizioni di vita e del bagaglio genetico.
IL GATTO COMUNE
Se si chiede ai proprietari dei gatti di quale razza sia il loro caro micino, nella maggior parte dei casi vi risponderanno un gatto comune! Dunque i gatti comuni sono i più diffusi ed i più colorati. Infatti i colori del mantello è quanto mai varia e comprende il tigrato o soriano, nelle varianti grigio, marrone o rosso ed i colori uniformi, come il bianco puro, più raro, il nero, il rosso, il crema, il blu, più pregiato.
Molto comuni anche il cosiddetto squama di tartaruga, cioè l’abbinamento di nero e rosso e il calico, cioè squama di tartaruga e bianco. Infine troviamo anche il mantello bicolore, che si può presentare in ogni pezzatura possibile ed in tutti i colori. Il mantello è generalmente corto, ben aderente al corpo, ma può essere anche semilungo.
LA RAZZA DEL GATTO COMUNE
Quella del gatto comune non è una vera e propria razza; infatti, non ha pedigree né un albero genealogico blasonato. Eppure è il gatto più diffuso al mondo e sicuramente quello con le caratteristiche più tipiche e riconoscibili, al punto che nell’immaginario collettivo e nelle rappresentazioni popolari (dai cartoni animati all’arte contemporanea, dai fumetti alla letteratura) è proprio lui il gatto per antonomasia.
Ma non solo: è proprio dal gatto comune, presente in Europa sin dai tempi dell’Antica Roma, che discendono tutte le razze feline certificate oggi esistenti, selezionate nel tempo dagli allevatori per fissare i tratti più interessanti. Attraverso accoppiamenti attenti e mirati, infatti, l’uomo è riuscito ad accentuare singole caratteristiche morfologiche o caratteriali oppure a rendere stabili le mutazioni casuali di alcuni esemplari. Ma il gatto comune è rimasto praticamente immutato, grazie anche alla sua capacità di adattamento.
Nel corso delle migliaia di anni che seguono il suo addomesticamento, il gatto è diventato un immancabile amico che accompagna il quotidiano di milioni di umani in giro per il mondo. La sua intelligenza, la sua forza e la sua capacità di adattamento sono garanzia del suo successo biologico. Al giorno d’oggi, più di una quarantina di razze sono accettate dalle associazioni feline: tutte hanno il gatto domestico come antenato.
Il gatto domestico diventa adulto verso un anno, anche se è possibile osservare une leggera crescita fino ai due anni nelle femmine e fino ai tre nei maschi.
Il maschio è generalmente più robusto della femmina. Alcune ipotesi suggeriscono che in luoghi freddi, i gatti di strada sarebbero più massicci rispetto a quelli presenti in luoghi caldi, a causa del grande volume corporeo che faciliterebbe la termoregolazione e sarebbe frutto dell’evoluzione.
LA CONVIVENZA CON ANIMALI E PERSONE
- Convivenza con i gatti: La relazione con altri gatti può essere sana e piacevole, la chiave è introdurre progressivamente i due esemplari. È imperativo che ogni gatto abbia a sua disposizione il suo cibo e il suo spazio (come la lettiera, la cuccia…) per evitare i conflitti.
- Convivenza con i cani: La convivenza con un cane è possibile, ma solo dopo una corretta presentazione dei due animali e rispettando i limiti di entrambi, osservando il loro linguaggio del corpo. Se il gatto domestico cucciolo è abituato a crescere con un cane, potrà convivere tranquillamente con lui.
- Un’abitazione in cui ci sono diversi punti in altezza in cui il gatto può rifugiarsi rende la coabitazione più semplice perché permette all’animale di ritagliarsi i suoi spazi. La maniera in cui il gatto è stato abituato alla socializzazione ha grande influenza sulla loro capacità di relazionarsi ai cani.
- Adatto ai bambini: Le presentazioni vanno fatte con calma, senza imporre nessun rapporto non voluto. Prendere il tempo di cui si ha bisogno per coordinare bene gli incontri permette di insegnare ai bambini un approccio che crei complicità con l’animale.
- Il Gatto domestico e le persone anziane: Storicamente, questo gatto è stato un buon compagno per delle personalità calme e solitarie. Bisogna semplicemente ricordare che adottando un gatto bisogna essere in grado di soddisfare i suoi bisogni.
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